
Scritto da Ylenia Cantello

La fotografia di paesaggio, e in particolare quella di montagna, è un'esperienza profonda che richiede una connessione intima con il mondo naturale.
Il silenzio è una condizione di apertura mentale e sensoriale che permette di accogliere ogni dettaglio, di ascoltare ciò che non viene detto, di sentire il respiro stesso della Terra. La fotografia di montagna, infatti, è un atto di ascolto e di dialogo con la natura, un silenzioso incontro che diventa poesia, un linguaggio che parla direttamente all'anima.
È attraverso il silenzio che come fotografi riusciamo a vedere oltre l'ovvio la profonda essenza di un paesaggio, trasformandolo in un'opera d'arte che racchiude il mistero e la sacralità della natura.
Il silenzio è la condizione essenziale per la fotografia di paesaggio
Quando ci troviamo in un paesaggio montano, il silenzio diventa un invito ad ascoltare, ad abbandonarsi alla contemplazione e ad entrare in contatto con la purezza del momento. È in questo spazio vuoto che possiamo riuscire a percepire l’invisibile: l’atmosfera che avvolge il paesaggio, l'energia che scorre nei boschi, il respiro delle nuvole.
Per noi fotografi di paesaggi montani, il silenzio è la condizione ideale che ci invita alla calma e alla concentrazione per osservare veramente, per sentire quando luce e tutta la natura si fondono in un'armonia perfetta. Bisogns essere pazienti. Solo nel silenzio l'attenzione diventa più acuta e il paesaggio appare nella sua totalità.
La poesia del silenzio nell'abbracciare il mondo
La fotografia di montanga e paesaggio, come la poesia, è un atto di ascolto profondo. La fotografia, come la poesia, cerca di esprimere più del visibile, più del tangibile e proprio come un poeta si immerge nell’ascolto di se stesso e del mondo, così noi fotografi di paesaggio ci immergergiamo nel silenzio della natura per poterla comprendere a fondo e trasformarla in un'immagine che parli al cuore delle persone.
La natura, in tutta la sua vastità e complessità, ci invita a fermarci e a fare silenzio, ad ascoltare le sue vibrazioni sottili, e allora noi impariamo a comunicare in modo nuovo entrando in sintonia con il paesaggio, lasciandoci attraversare dalla sua energia e toccare dalla poesia che emerge dalla profondità.
In questo silenzio troviamo la nostra voce e le nostre foto sono la manifestazione di una verità più profonda che nasce dall’incontro con la natura.
Come nelle poesie più intense, dove ogni parola risuona nell'anima, ogni scatto nella fotografia di paesaggio è il risultato di un incontro silenzioso e intimo col mondo naturale vissuto con tutti i sensi.
La connessione con la natura e l'incontro del profondo Sè
Nel silenzio la montagna diventa un luogo di introspezione dove possiamo osservare direttamente la nostra interiorità, e ci permette di sentire la nostra connessione con tutto ciò che ci circonda. Fotografare il paesaggio diventa un atto che ci coinvolge completamente, in un’esperienza tanto fisica quanto spirituale.
Fra le rocce delle vette, nel silenzio che abita le strette valli e i ricchi boschi, noi fotografi siamo invitati a guardarci dentro, a fare silenzio nella nostra mente, a osservare semplicemente i nostri pensieri e lasciarli andare come le foglie che scorrono nell'acqua del torrente. Le montagne ci ricordano la nostra fugacità e la nostra umanità, e qui possiamo essere in sintonia con un sentire più grande e percepire quella connessione profonda che ci unisce a ogni elemento della natura.
Il silenzio e l'accoglienza della vita e della morte
In cima a una montagna, di fronte a un paesaggio che si estende all’infinito, prendiamo coscienza di quanto sia fugace la nostra vita, e il silenzio ci aiuta ad accogliere la bellezza della vita e la morte, come parte integrante del ciclo dell'esistenza che tutto trasforma, in un capolavoro universale.
La fotografia di montagna è una riflessione sulla transitorietà di tutto e sulla forte consapevolezza di essere vita che scorre in questo momento chiamati, come poeti, ad abbracciare la vita e la morte. La stessa montagna è in continua trasformazione, come ogni essere vivente e accogliere questa trasformazione è parte della pratica artistica.
Il silenzio diventa una forma di meditazione che accoglie la totalità dell’esperienza, senza cercare di modificare o giudicare, come ci insegna il Taoismo. La montagna, con il suo silenzio maestoso, ci aiuta a sentire come naturale accogliere ogni cosa, dalla vita alla morte, senza paura, ma con gratitudine, consapevoli che tutto è interconnesso in un ciclo senza fine.
Il silenzio nella fotografia di paesaggio e di montagna è uno spazio di ascolto, di contemplazione e di profonda connessione con la natura.
In questo silenzio, noi fotografi siamo poeti e la fotografia esprime la bellezza dell’impermanenza, l’accoglienza di ogni aspetto della vita. Camminare nella montagna e fare fotografia in silenzio è un atto di contemplazione che ci permette di conoscere noi stessi, connetterci con il mondo e accogliere la totalità dell'esistenza.